sabato 25 ottobre 2014

Festival della Fotografia Etica 2014, Lodi



Sono stato venerdì 17 all’inaugurazione del festival della Fotografia Etica di Lodi,  ho visitato alcune delle mostre in programma.

-       When the others go away (emergency, Spazio ONG)  racconto fotografico di un giovane medico italiano che parte per l’Afghanistan, del fotografo Simone Cerio, la mostra è allestita nello spazio del Convivio Artistico De Lemene. Il racconto fotografico è ben strutturato, immagini toccanti e narrazione agile.

-       South Africa’s Post-Apartheid Youth di Krisanne Johnson (Spazio Approfondimento) allestimento suggestivo presso il chiostro del palazzo della Provincia; l’argomento: la gioventù del nuovo Sud Africa, la nazione arcobaleno, è molto interessante, le fotografie hanno un buon impatto però necessitano della lettura delle didascalie per cogliere meglio il significato dei singoli scatti.

-       Taken di Meeri Koutaniemi, (Spazio Tematico La violenza sulle donne nel mondo) la mostra allestita presso l’Ex chiesa di San Cristoforo è di fortissimo impatto, riguarda le mutilazioni genitali femminili in Kenya. Gli scatti in bianco e nero molto contrastato sono straordinari, drammatici e delicati, le serie è eccezionale.

-       In/Visibile di Ann-Christine Woehrl (Spazio Tematico La violenza sulle donne nel mondo) un’altra mostra allestita presso l’Ex chiesa di San Cristoforo, un altro tema drammatico: le donne sfigurate dall’acido. Si tratta di diverse “interviste fotografiche” a donne vittime di attacchi con l’acido o incidenti domestici, le fotografie raccontano le ripresa e la vita che va avanti nonostante le cicatrici fisiche e morali. Le fotografie raccontano la particolare normalità della vita, dopo.

-       Beautiful Child di Laerke Posselt (Spazio Tematico La violenza sulle donne nel mondo) sempre presso l’Ex chiesa di San Cristoforo. Una particolarissima forma di violenza sulle donne, in questo caso bambine, costrette a partecipare a concorsi di bellezza negli USA, le fotografie di trucco, parrucco e prove di vestiti hanno il sapore di ricordi scattati dai genitori alle recite dei figli, se non fosse per l’assurdità di alcuni particolari, tipo la bambina di due anni che cerca di togliersi le ciglia finte o la madre che porta ad un concorso la figlia di 8 settimane.

-       Jeddah Diary di Olivia Arthur (Spazio Tematico La violenza sulle donne nel mondo) ancora presso l’Ex chiesa di San Cristoforo, le donne di Jeddah in Arabia Saudita, fotografate nella loro quotidianità, che cozza con le rigide regole religiose a cui devono sottostare.  Soprattutto stupisce la differenza di comportamento tra le occasioni pubbliche e quelle private. Anche in questo caso le narrazione di momenti quotidiani ben si adatta anche ad una situazione diversa e insolita per chiunque non viva o abbia vissuto in Arabia Saudita.

-       I Just Want to Dunk di Jan Grarup (Spazio Tematico La violenza sulle donne nel mondo) l’ultima mostra in senso orario presso l’Ex chiesa di San Cristoforo, l’argomento è la nazionale Somala di Basket Femminile, l’argomento in teoria non dovrebbe aver nulla a che fare con la violenza sulle donne, in realtà cioè che è normale in tanti paesi del mondo a Mogadishu diventa offesa all’Islam. La sequenza fotografica racconta gli allenamenti della squadra, le partite e la vita attorno al basket con lo sfondo degli stadi diroccati e delle guardie armate che proteggono le ragazze dall’ira degli integralisti islamici.

-       Guatemala – Genocidio Ixil di Daniele Volpe (Lo Sguardo dei Fotografi Italiani sul Mondo) presso la sede del Gruppo Fotografico Progetto Immagine, il genocidio della gente Ixil da parte del ex dittatore Guatelmateco Rios Mott, le fotografie del processo al dittatore, comunque troppo tronfio, le ricerche dei resti delle vittime, il lavoro degli antropologi forensi che cercano di dare un nome ai poveri resti. La drammaticità degli argomenti è sottolineata dalla luce e dai colori intensi delle fotografie del reportage del fotografo italiano.

-       Uncle Charlie di Marc Asnin, (Spazio Approfondimento) presso l’Ex Chiesa dell’Angelo. La straordinaria location accoglie 30 anni della vita dello zio Charlie seguito da Marc Asnin che resta l’unica costante della vita dell’uomo. Le fotografie raccontano la vita di Charlie, la sua malattia, il suo lento declino, i rapporti con la sua famiglia, la malattia del figlio. Le immagini sono straordinarie, commoventi, assolute, in un bianco e nero che colpisce.

La rassegna Fotografia Etica vale il viaggio a Lodi, i fotografi che hanno esposto sono da seguire, i miei favoriti Meeri Koutaniemi e Marc Asnin in un gruppo eccezionale.

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